Il mio lavoro nel campo della verbo-visualità
by Gian Paolo Roffi
Il mio lavoro nel campo della verbo-visualità è cominciato negli anni ’80 con una serie di tavole intitolata “L’immagine del respiro”, in cui, attraverso l’uso e la disposizione sulla pagina di sole tre lettere (a, m, h) davo visibilità ad espressioni vocali di tipo preverbale quali, appunto, il respiro, l’urlo, il grido, l’ansito, il mugolio… In questa prima fase di quello che sarebbe stato un lungo percorso, intendevo ripartire dagli aspetti primigeni della vocalità umana, quasi a voler risalire ai momenti aurorali del linguaggio per riscoprirne la purezza perduta.
Questa esigenza nasceva dalla constatazione della frattura che, storicamente, si era determinata fra il linguaggio e la realtà, fra le parole e le cose. Di qui il nome che ho dato alle tavole successive, chiamate “Schizografie”, nelle quali viene rappresentata una “scrittura scissa”, divisa in sé stessa, e anche una “scrittura separata” dalle cose, dal mondo che ne dovrebbe essere l’oggetto. Grumi di lettere, che simulano la parola e la frase, alludono ad una formulazione priva di significato, evocano un testo senza esserlo. Bande orizzontali, ricavate tagliando delle immagini, assumono la forma di “righe” di un testo non verbale, ma iconico.
Questo lavoro è proseguito, poi, anche per altre vie e soluzioni formali, senza tuttavia abbandonare quei primi modelli e mantenendo sempre come riferimento gli studi di linguistica sui quali mi sono formato. Anche l’uso dei vecchi caratteri tipografici in legno, affascinanti nel loro aspetto materiale, rientrano a pieno titolo nelle mie scelte, così come i documenti linguistici appartenenti ad altre culture, quali le pagine di testi religiosi nepalesi, birmani, tibetani, o le riproduzioni di antichi codici miniati. A questi si accompagna sempre quella pseudo-scrittura in corposi caratteri neri che continua a rinviare al problema della ricomposizione della frattura di cui si è detto, frattura forse insanabile, se non nell’equilibrio di una rappresentazione formalmente ineccepibile.