Primi usi della parola “asemic”
by Tim Gaze (trad. it. Francesco Aprile)

 

Primi usi della parola “asemic”
Tim Gaze
Mount Barker, South Australia (Peramangk lands)
Giugno 2023

Traduzione: Francesco Aprile

 

 

La parola asemic fu pubblicata nel 1885 nell’articolo Automatic Writing part II, contenuto negli atti della “«Proceedings» of the Society for Psychical Research”, e scritto da Frederic W. H. Myers (1843-1901). Di fatto Myers fu uno studioso di lingua e cultura classica, vincitore di premi per i suoi versi latini, membro fondatore della «Society for Psychical Research», nonché inventore del termine “telepatia”. È probabile che sia stato proprio lui a coniare la parola asemic in inglese.

Scopo di questo intervento non è criticare il pensiero di Myers, al contrario è quello di evidenziare il modo in cui ha utilizzato il termine asemic. Nel suo articolo, infatti, riflette attorno al vocabolo, soffermandosi sulla difficoltà incontrata nella lingua scritta e parlata, menzionando il termine riguardo all’incapacità di sentire le parole: word-deafness (in sostanza una sorta di afasia, incapacità di identificare le parole pronunciate e/o ascoltate), ma anche una incapacità nel leggere (word-blindness), ovvero riconoscere le parole, una sorta di cecità alle parole o, ancora, di incapacità nello scriverle (agrafia, pp. 35-6). Nel 1885, Myers andava ampliando l’orizzonte semantico della parola afasia, suggerendo come il suo significato originario di impossibilità nel parlare andasse esteso alle altre manifestazioni citate. Questo ampliamento andava di pari passo con la menzione, in un primo momento, di un termine alternativo, ovvero “asemasia”, per poi giungere all’adozione delle parole “asemia” e “asemic”, considerate come maggiormente indicate rispetto ad “afasia”:

 

Dr. McLane Hamilton has proposed asemasia, “defect in the power of giving signs.” I shall venture to suggest asemia (with the adjective asemic,) as shorter and not more unauthorised. (p.36, double dagger note continued from p. 35).

 

Più accuratamente, il passaggio in cui Hamilton definisce l’asemia come defect in the power of giving signs, potrebbe essere sviluppato nei termini di una inability to send or receive communication signs. Nella contemporaneità, la parola asemia sopravvive come termine medico dotato dello stesso significato.

Nell’articolo in questione, la parola asemic è usata numerose volte da Myers: p. 34 nota con asterisco, p. 36 menzionata sopra, p. 46, p. 47 numerose volte, p. 48, p. 49 due volte, p. 50, p. 53, p 55, p. 56 due volte, p. 57 due volte, p. 58. Asemia, invece, appare a p. 36 e pag. 61.

Myers sviluppa un’idea di asemic da intendersi nei termini di disabilità: difatti, la sua argomentazione si svolge sulla contrapposizione tra una scrittura automatica anormale, o subnormale, illeggibile e fatta da persone affette da disturbi “asemici”, e una scrittura automatica ma supernormale, leggibile, fatta da una persona che potrebbe canalizzare una personalità esterna, idealmente contenente informazioni sconosciute a chi le ha scritte.

Nel tentativo di produrre una sua scrittura automatica, inavvertitamente Myers arrivò a sviluppare delle scritture asemiche (che saranno menzionate più avanti), ma analizzando il fenomeno delle scritture automatiche leggibili, finì per liquidare come prive di interesse le sue produzioni illeggibili.  

 

By extreme persistency, in the year 1875, I attained for a few weeks to the lowest degree of graphic automatism. The first symptom was that my fist would thump itself violently on the paper. Spasms were entirely new to my experience, but this seemed like a spasm of the arm, induced by expectant attention. Soon, however, it was plain that there was more than this. There was an unmistakable attempt to go through the act of writing. I scrawled rapidly many meaningless interlacing strokes, which sometimes bore a vague resemblance to letters of the alphabet, but never shaped themselves into a legible word. I never got beyond this point, and after some neglect of practice, even this faculty (if such it can be called) deserted me. (p. 37)

 

Mentre in Meyers la parola asemic è utilizzata per descrivere una disabilità che riguarda l’invio o la ricezione di segnali comunicativi, nel Ventunesimo secolo con asemic si è spesso inteso un concetto più ampio e usato insieme al termine writing, dunque asemic writing, per indicare materiali visivamente simili alla scrittura, ma che finiscono per risultare illeggibili, oltre ad essere creati deliberatamente piuttosto che come conseguenza di una qualche disabilità. Sebbene la sua connotazione di asemic differisca dall’uso contemporaneo, Myers approverebbe la ricerca di un nuovo modo di usare la parola.

 

The point is worth mentioning, as raising the question, which frequently recurs in any new scientific inquiry, whether words may be adapted from the Greek in a sense other than that which they can be shown to have borne. I am decidely in favour of such adaptation, which I do not regard as a debasement of the Greek language, but rather as a prolongation of its vitality under altered conditions. (p. 34 dagger note)

 

Myers impiega la sillaba “-sem” (asemia, asemic) e questo rappresenta un punto di possibile confusione in quanto ciò che concerne il termine “asemic” potrebbe essere ricondotto a una “mancanza di segni” o “mancanza di parole”, ma questi sono anche due significati abbastanza diversi. La sillaba “-sem-” deriva dal greco antico σμα (sêma), che significa “segno”. Una scrittura illeggibile, che non trasmette parole, soddisferebbe questo criterio di risultare asemic per mancanza di segni soltanto se accettiamo di considerare il termine “segno” nel senso di “parola”, in quanto sembrerebbe impossibile produrre una scrittura illeggibile senza segni, i quali rappresentano gli elementi basilari della scrittura che, dunque, non può essere asemica nel senso di priva di segni.

 

 

Source

SOCIETY FOR PSYCHICAL RESEARCH / PROCEEDINGS OF THE GENERAL MEETING ON / January 30, 1885 / section I. AUTOMATIC WRITING PART II., pp. 1–63 A scanned version can be freely perused here. Another free scanned version, missing pp. 22, 23, 36 & 39, is here.

https://www.google.com.au/books/edition/Proceedings_of_the_Society_for_Psychical/7tM6AQAAMAAJ

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d7/Proceedings_of_the_Society_for_Psychical_Research._Vol._3.pdf

 

References

Oxford Dictionary of National Biography (2004), Myers, Frederic William Henry article, Oxford: Oxford University Press.

Liddell & Scott (1940), A Greek–English Lexicon, Oxford: Clarendon Press, p. 1592

Ringraziamenti:

La versione originale in lingua inglese è su https://scriptjr.nl/articles/early-use-of-the-word-asemic/

 

 

 

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