L’Inismo: idee e forme nuove dal segno alla parola
by Angelo Merante
L’evoluzione della poesia, nell’arco di tempo compreso fra la seconda metà dell’Ottocento e oggi, è riassumibile in una sequenza di frantumazioni, dirette a nuclei compositivi via via più piccoli e densi: aneddoto, frammento, verso, parola, lettera, fonema. In un passato ancora recente, con il contributo decisivo delle avanguardie, le lettere e i fonemi tratti dalla scissione delle parole sono stati la base per un rinnovamento della poesia (anche nel senso di averla avvicinata a una fusione tra i “generi”: grafico, visivo, sonoro, materico e altro). Tuttavia, è da rilevare che le poetiche centrate su lettere e fonemi trovarono il proprio limite nei loro stessi elementi costitutivi, nella totale identificazione con essi.
L’Inismo (da INI: Internazionale Novatrice Infinitesimale) ha mirato al superamento di tale limite, dimostrando che dalla scissione delle parole emergono anche i segni(nel senso più ampio, sia materiale: grafie, colori, fonemi, suoni, immagini, forme, sia immateriale: idee, sensazioni, sentimenti). Non contaminati dall’uso convenzionale, i segni possiedono valenze poetiche nuove e dalla loro combinazione – libera e articolata su piani diversi e simultanei – è scaturita una poetica di non facile delimitazione. Gabriele-Aldo Bertozzi, fondatore dellTnismo, la delinea lucidamente:
[…] orchestrazione di sentimenti e pensieri, la visione multipla e globale che ci presenta la vita. [Da: Il Segno mista,1990]L’Inismo, corrente creatrice costituitasi a Parigi e Roma nel gennaio del 1980 e rapidamente diffusasi in Europa e nelle Americhe, ha accolto, dall’origine, la definizione di avanguardia.Il progetto poetico inista, unitario e insieme aperto verso ogni ambito espressivo (simultaneamente, di qua e di là dalla parola), mira a una comunicazione estetica che dai segni estrae e ricompone “parole” grafiche, cromatiche, musicali, architettoniche e altre, inedite o dai sensi inediti. Gli inisti hanno captato, ridefinito e allargato implicazioni e conseguenze dei rapporti fra novazione poetica, coscienza e conoscenza, evidenziando di pari passo le principali ripercussioni del processo creativo sul piano etico:
Bisogna ridare […] all’uomo la possibilità di esprimersi in una nuova concezione artistica, liberata dalle convinzioni e limiti del passato affinché possa esprimere il meglio della propria natura. [Da: Apollinaria Signa. Secondo Manifesto INI,S. Apollinare (Perugia) 2-5 settembre 1987]
Dalla scissione della parola, all’espansione- espressione del segno (elemento puro, quintessenziale, infinitesimale appunto) in nuove parole, il tragitto creativo inista si esplica nell’unire emozione e inventiva, vissuto e anticipazione, per trasmutare la visione in visionarietà, la percezione in sensibilità, l’immaginario in pathos dell’inimmaginabile. Partita dall’estetica, la rivoluzione inista si impregna di valori etici: l’arte del fare si fonde con Parte di essere.
Ciò che noi inisti esprimiamo in poesia ha poco, e sempre meno, a che fare coi vecchi linguaggi. Sul piano creativo, l’uso sistematico dei simboli della fonetica intemazionale ne rappresenta l’esempio forse più chiaro, non certo l’unico. Nel pensiero critico e teorico, manifesti e saggi racchiudono una visione storica complessiva in cui il linguaggio risulta il bersaglio di una nostra speciale attenzione. Pure la riflessione inista sui moli oscuri di poeti, quali Cros, Rimbaud, Apollinaire, Marinetti, mostra che non si è unicamente mirato a contribuire alla conoscenza di autori che prima di altri avevano individuato nel linguaggio l’elemento da rigenerare. Piuttosto, si delineano o rafforzano obiettivi e prospettive:
Etica ed estetica si fondono in un unico pensiero. Le invenzioni di ignoto pretendono forme nuove, ha scritto qualcuno più di cento anni fa. Noi diamo nuove forme realizzando quell’intuizione, quel desiderio. Cambiamo il sentire. Più importante di cambiale le leggi è cambiare il sentire. [Da: G.-A. Bertozzi, La Realtà Virtuale, 1994]
Nel proiettare in avanti le idee fondanti delle avanguardie precedenti, il senso di rivolta si è dunque evoluto in rivoluzione; la passione per l’esplorazione, l’ironia, il gioco, sono maturati – espandendosi senza cessare di rimettersi in discussione – nella piena consapevolezza di oltrepassare, svelare, scoprire. Nuove creazioni della mente per la mente si articolano con forme diverse su piani diversi. Superano, nell’astratto, le forme – in una certa misura note – della poesia astratta e attuano il paradigma estetico della simultaneità produttrice di infiniti significati. Osserva in proposito Bertozzi:
Per simultaneità oggi, con l’esperienza inista, non si intende più semplicemente rappresentare su due o più piani diversi, ma addirittura in sfere diverse, emotive, sensitive, rigenerative. [Da: La Realtà Virtuale,1994]
Da inisti, osserviamo spesso che gli strumenti restano strumenti. Pur consci che essi raccolgono e trasmettono i segni e i loro colori, suoni, trasparenze, sovrapposizioni, trasformazioni, non dimentichiamo che è la poetica a organizzare relazioni inedite, audaci, seducenti, meravigliose. Non basta sommare i mezzi espressivi per superare i settori operativi: occorre ridefinire il loro uso per restituire pregnanza al termine “multimedialità”. Da inisti, non circoscriviamo scrittura, pittura, musica, architettura, scultura, teatro, fotografia, cinema e video, grafica digitale, moda. E usiamo tutti gli strumenti a nostra disposizione. Aggiungiamo però che utilizzare computer e videocamere come penne e pennelli non ci rende poeti. Esserne veri virtuosi aiuta ancora meno a essere poeti. La tecnologia può estendere i nostri sentire e agire, ma non amplia necessariamente l’inventiva. Di per sé, il “multimediale” non è poesia. Scienza e filosofia precedono le tecnologie avanzate. La poesia le precede tutte. E anche per una coscienza nuova che ci battiamo. Per una coscienza multimediale.Essa alimenta la poesia di idee, forme ed energie.
Nel rinnovare la poesia, rinnoviamo il modo di essere.
Prima era orizzonte d’attesa, l’opera d’arte era sintesi ed esposizione. Il passaggio meditato e consapevole è da un libero e ampio sentire a ben più liberi e ampi pensare, conoscere, fare. Oltre l’intuizione e il gesto, si attuano conoscenza e coscienza del “nostro” intendere la simultaneità: scrittura di suoni (con scritture), musica di immagini (con musica), colore di segni (con colori), ininterrotto movimento di forme inedite. Con l’Inismo, l’opera è pure analisi e scoperta. Creazione.
Infinito e infinitesimale si compenetrano e si comprendono sulY orizzonte degli eventi.
Estratto da Pianeta Poesia. Documenti. 2 (Settembre 2004-Giugno 2006),a cura di Franco Manescalchi e Liliana Ugolini, Edizioni Polistampa (“Corymbos Saggi”), Firenze, 2009, pp. 98-100.
Atti del Ciclo di manifestazioni, Novecento Poesia:
Angelo Merante, Visjonarika, photoinigraphia, 2010.Comune di Firenze, Assessorato alla Cultura – Servizio Attività Culturali.
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