Siamo grembo senza nascituro. Dieci anni di gestazione liminale
by Cristiano Caggiula

 

Cristiano Caggiula, Francesco Aprile, Stefano Donno, Egidio Marullo, 2015

 

Prima che Francesco Aprile venisse da me dicendo «Voglio fare una rivista!», non avevo ancora realizzato che il progetto che mi stava proponendo rappresentava l’inevitabile evoluzione delle attività in cui mi aveva coinvolto fino a quel momento. Nel 2011, su suo invito, entrai a far parte del collettivo Contrabbando Poetico,[1] un gruppo di protesta e ricerca artistica, formato da giovani sotto i trent’anni.

Nel 2012 fondammo Unconventional Press,[2] che nacque come costola di C.P. e si spingeva ancora oltre i confini della sperimentazione. Questo nuovo progetto intrecciava le tecniche di autoproduzione con gli scenari tecnologici contemporanei, per dare vita a forme di stampa unconventional che fossero a metà tra l’opera artistico-letteraria e la performance art. Il nostro lavoro si focalizzava sull’idea che il supporto non fosse neutro, ma contribuisse a definire il contesto storico, permettendo nuove modalità di fruizione della scrittura e della ricerca letteraria, sempre con uno sguardo critico verso il mondo e le sue trasformazioni.

Aprile – Caggiula, Unconventional Press, Roma, 2012

«Utsanga.it» si pone come un’evoluzione necessaria di questo percorso. Il suo nome proviene dal sanscrito e ha il significato di “grembo”. Simboleggia per noi uno spazio fertile, destinato ad accogliere e stimolare studi e ricerche sugli sconfinamenti dei linguaggi contemporanei. Lanciata nel settembre 2014, «Utsanga.it» nasce come una rivista internazionale online a cadenza trimestrale, e già nel suo primo numero si distingue subito per un approccio audace in termini dei contributi raccolti.

Una realtà editoriale sconosciuta, nata tra le foglie di ulivo di una provincia del Sud Italia, voleva affrontare la sfida di sondare le dinamiche letterarie globali. Caratterizzata da un’evidente libertà intellettuale, lontana dalle convenzioni e dalle influenze della critica istituzionale, la rivista non si limita a documentare le tendenze emergenti, ma si pone come attivo catalizzatore del dibattito intellettuale e artistico. Fungendo da punto di riferimento per artisti e studiosi, «Utsanga.it» ha contribuito in modo significativo alla discussione sull’innovazione nei linguaggi della scrittura e dell’arte, offrendo un’importante opportunità di confronto nel contesto della sperimentazione linguistica e visiva.

Una mappatura in progress

La linea editoriale di «Utsanga.it» si esprime nell’iniziativa di creare una mappa in continua evoluzione dei linguaggi contemporanei, esplorando le intersezioni tra poesia, arte visiva e tecnologia digitale. Una mappa non statica ma dinamica, che rimodula i territori sulla base  delle manifestazioni germinali  raccolte nei diversi numeri della rivista.[3]

Consultando «Utsanga.it» si possono trovare diversi contributi, da opere d’arte a interventi storico-critici. I temi della rivista spaziano dalla poesia sonora alla mail art, dall’internet poetry alla performance art. Nei numeri si propongono inoltre riflessioni sul legame tra parola e immagine, esaminando per esempio le nuove forme di poesia visiva e concreta che sfruttano le potenzialità offerte dalle tecnologie contemporanee. Lo sguardo della rivista si posa anche sul concretismo poetico-narrativo, dove le convenzioni tradizionali della poesia concreta e della narrativa sperimentale sono ripensate attraverso il prisma delle tecnologie moderne. Particolare attenzione è riservata all’asemic writing, una forma di scrittura che trascende i confini del linguaggio attraverso segni grafici privi di significato semantico, insieme all’estetica del glitch, che esplora il potenziale espressivo degli errori digitali. L’intento principale non è solo quello di documentare, ma anche di creare uno spazio di confronto e sperimentazione per artisti e studiosi.

La mappatura degli sconfinamenti dei linguaggi contemporanei rappresenta una concezione espansa della poesia, che supera la tradizionale definizione di composizione in versi. Riflessioni come quelle di Abraham Moles, il quale negli anni ’60 proponeva un approccio all’arte fondato sulla manipolazione consapevole di ordine e disordine, di prevedibilità e imprevedibilità nel messaggio estetico, possono fornire un valido quadro teorico. Nel suo lavoro Teoria dell’informazione e della percezione estetica,[4] Moles analizza l’arte attraverso i concetti di informazione e ridondanza, suggerendo che l’esperienza estetica emerga da un equilibrio tra novità (informazione) e familiarità (ridondanza). Allo stesso modo, le sperimentazioni della glitch art, che introducono “rumore” nel sistema comunicativo o artistico, giocano con l’equilibrio tra ordine e caos, come descritto da Rudolf Arnheim Entropia e arte.[5] Arnheim applica la nozione di entropia all’arte, suggerendo che questa operi attraverso una tensione tra la propensione all’ordine (ridondanza) e la spinta verso il disordine (entropia). Tale dialettica è palpabile anche nel contesto di «Utsanga.it», dove sono raccolte forme poetiche che si confrontano e si ibridano con linguaggi e tecnologie emergenti, generando in ogni numero un disordine produttivo.

L’archivio

Non solo lo sconfinamento delle frontiere dei linguaggi artistici, ma anche della rivista stessa: “grembo” per un archivio vivente e dinamico, estendendosi ben oltre il formato digitale. Dal 2014, «Utsanga.it» ha raccolto centinaia di contributi di artisti italiani e internazionali, alcuni dei quali in occasione delle mostre organizzate dalla rivista. Per esempio, Asemic writing exhibition / Map of the asemic horizon (2016) ha offerto per la prima volta in Italia una panoramica completa sulle scritture asemantiche, dalle sperimentazioni degli anni ’70 fino alle produzioni più recenti, con opere di artisti da tutto il mondo.

Nel 2018, alla mostra seguirono due importanti iniziative. La prima fu la pubblicazione di Asemic Writing. Contributi teorici, frutto del dibattito sull’asemic writing avviato dalla rivista nel giugno del 2015, un volume collettaneo con diversi studi che hanno messo in luce la continuità tra le sperimentazioni della poesia visiva degli anni ’60 e ’70 e le attuali ricerche nell’ambito della scrittura semica. La seconda vide l’organizzazione, a Cavallino(LE), del convegno Asemic Writing: dalla scrittura allo scrivere, dalla parola al segno, interamente dedicato all’evoluzione delle scritture asemantiche e che ebbe il merito affrontare anche una riflessione sulle sperimentazioni in Puglia.

Rivista di analisi liminale

«Utsanga.it» si configura si dai primi anni come una rivista di analisi liminale, un termine che trova la sua origine nel latino “limen”, ossia “soglia”, in una concezione della poesia e dell’arte contemporanea come spazi di transizione e metamorfosi, in cui le forme espressive si collocano ai margini e nelle zone interstiziali tra generi e discipline. La componente liminale che la rivista si propone di esplorare ha a che fare con quelle espressioni artistiche che sfuggono alle definizioni rigide e che abitano l’interstizio di ciò che è convenzionale e ciò che emerge come nuovo. Tale approccio richiama le teorie dell’antropologo Victor Turner, il quale ha elaborato il concetto di liminalità come fase cruciale nei riti di passaggio, un periodo di sospensione in cui gli individui si trovano al di fuori delle loro identità e ruoli sociali stabiliti. Traslando queste nozioni nel campo dell’estetica e della produzione culturale, «Utsanga.it» si pone come un laboratorio di osservazione e sperimentazione atto a raccogliere e mettere in luce quelle forme artistiche che giacciono in uno stato di “betwixt and between”. Qui, simili a figure liminali, ricerche e opere non sono completamente assorbite né mai interamente escluse nei compartimenti tradizionali.

L’inizio di questa indagine sulla liminalità artistica, a un anno dalla fondazione della rivista, non è afono a un percorso di ricerca continuo sulle dinamiche della poesia contemporanea. A poco più di un anno dalla sua fondazione, nel novembre 2015, la rivista organizza la mostra Liminale. Opere verbo-visive, con opere dei due fondatori Francesco Aprile e di Cristiano Caggiula, ospitata presso il Centro Culturale Gabriella Ferri di Roma. L’inaugurazione della mostra, avvenuta il 21 novembre, ha accolto interventi significativi da parte di poeti e artisti verbo-visivi come Lamberto Pignotti e Giovanni Fontana.

La mostra Liminale si proponeva di esaminare la dimensione della soglia, quella zona di sconfinamento intrinsecamente caratterizzata da un continuo movimento. Essa si muoveva in un orizzonte linguistico dotato di pluralità di significati, dove la poesia verbo-visiva emerge come un discorso che intreccia una varietà di segni poietici, tutti connessi a una distruttività connaturata. La mostra diviene così un dialogo tra segni e dimensioni poietiche poliedriche, in cui la parola poetica coesiste e si interseca con linguaggi di natura giornalistica, mediatici e pubblicitari, così come con segni materiali eterogenei, fino a dissolversi in segni asemantici che, lontani dalla parola scritta, lasciano emergere un’eco o una traccia e sono pronti a coinvolgere il corpo nell’atto performativo.

Giovanni Fontana, Stefano Donno, Francesco Aprile, Cristiano Caggiula, Lamberto Pignotti, inaugurazione della mostra “Liminale”, Roma, Centro Culturale Gabriella Ferri, 2015

La dimensione internazionale

Uno degli elementi più distintivi di «Utsanga.it» è la sua apertura alla dimensione internazionale. La rivista pubblica articoli e contributi in diverse lingue – italiano, inglese, francese e spagnolo – e collabora attivamente con artisti e studiosi provenienti da ogni parte del mondo. Questo approccio ha fatto della rivista il nodo cruciale in una rete internazionale di ricerca e sperimentazione poetica. La composizione stessa della redazione, con la presenza di figure di rilievo come Bartolomé Ferrando (Spagna), Volodymyr Bilyk (Ucraina), Nico Vassilakis (USA) e Wellington Amancio Silva (Brasile), testimonia l’impianto di una rivista che si fa rete. Grazie a numerose collaborazioni, «Utsanga.it» non solo documenta le tendenze globali della poesia sperimentale, ma contribuisce anche a costruire un dialogo transnazionale, favorendo lo scambio e la contaminazione tra diverse culture e forme di espressione poetica.

 

Nonostante questa vocazione internazionale, la rivista conserva un forte legame con il contesto culturale italiano, ma soprattutto con la realtà pugliese da cui trae origine. Da un lato infatti la rivista è dedicata a Francesco Saverio Dòdaro, poeta e teorico dell’arte e della letteratura, la cui figura ha tracciato un percorso di ricerca fondamentale e al quale «Utsanga.it» deve gran parte della visione critica. Dall’altro, la forte tensione tra locale e globale si esprime nelle diverse iniziative culturali promosse in tutta Italia e che la vede partner di eventi all’estero, come nel caso del festival portoghese “Fonovoz” o di iniziative del Global ART Project.

Liminale è la gestazione

Dal settembre 2014, la rivista ha pubblicato 41 numeri e 1978 contributi. A settembre 2024, «Utsanga.it» è ancora un grembo senza nascituro. La rivista mantiene la sua condizione di continua gestazione, senza mai giungere a una nascita definitiva. Una rivista grembo, dove l’assenza di un “nascituro” nel senso convenzionale sottolinea che non c’è un punto finale, un’opera critica “completa” o una forma poetica “definitiva” che emerge da questo processo di ricerca. L’unica vera genesi si ha forse nel flusso del dialogo incessante tra forme, mezzi e concetti. Siamo un grembo senza nascituro e festeggiamo dieci anni di gestazione  liminale.

 

[1] F. Aprile, Contrabbando Poetico- Armatevi poeti delle vostre parole, https://contrabbandopoetico.wordpress.com/.

[2] Per le iniziative di Unconventional Press si veda https://unconventionalpress.blogspot.com/.

[3] Si veda la sezione Edizioni in progress, un catalogo de gli interventi di carattere storico-critico pubblicati nei diversi numeri della rivista: https://www.utsanga.it/edizioni-in-progress/.

[4] A. Moles, Teoria dell’informazione e della percezione estetica, Roma, Lerici Editore, 1969.

[5] R. Arnheim, Entropia e arte, Torino, Einaudi, 2001.

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