Ghen again against – risarcimento dei supporti o della signatura dei segni
by Rolando Mignani
per i testi di Rolando Mignani
si ringraziano Sandro Ricaldone e Vincenzo Lagalla
1 sussistono differenze specifiche tra i materiali ‘poveri’. esistono allora modalità d’impiego diversificate. modi, forme, funzioni e nomenclature scavalcano, traguardate a testimonianze “filologiche”; la miseria – per ns fortuna mai abbastanza datata – della coglioneria programmata dello ‘effetto povertà’.
2 per ogni nome “una” forma? ben venga ma non fuori di esso, la propria, intanto. ogni nome diretto alla “sua” cosa osa, è la sua propria ricapitolazione (marshallMcDocet). la sua dirittura d’arrivo si lascia alle spalle tornanti retorici, gimkana circonlocutoria, la rotta stessa della retorica è un tracciato omonimico, labirintico andenken, labirintite rauca del bi(l)dimensionale incipiente, sorrizo magico &. tenebbroso ammiccante un po’ meno del solito ‘più’ leonardesco. perciò per ogni cosa “un” nome,il grande nome sinonimico; omonimiaco, grafematico e appercettivo, il grande nome “sfuggito” alla potestà di saussure sul derridiano di greenwich, l’anagramma, il gran cerimoniere dei ritmi e delle pulsioni, il ‘corpo sottile’ della grammatica dell’essere, l’anagramma, “CHE” precede, condiziona ed anticipa la competenza linguistica e tutte le condizioni, l’aikido lussureggiante dei numeri dispari, la pace della ragione, il ju jitsu dell’acqua, l’anagramma zazen, precede anche deleuze, anche le anche di marcel d.
3 il nostro patrimonio, patrimonio di supporti, di noi supportati dai nomi; noi che li scarichiamo in continuazione sulle cose alibite, ad libitum sui fatti, nello spazio del territorio cosmico, sul tempo della memoria, sugli eventi ventriloqui dei desideri e affinché ci supportino, supportino i c’alcoli indefessi e biliari della nostra scienza o . ‘tecnologia della riconferma’ (friedrich klossowski), e per sopportarle le cose. è un giacimento filogenetico anche, suggestione post-ipnotica del rito e dell’anatema.
4 fra i materiali impoveriti dalle etichette ora si lasciano riscattare intercapedini differenzianti, tonalità irriducibili, un materiale non vale l’altro né tantomeno categorie, la semanalisi (così) applicata è lo statuto del significante. sarà il fiuto nictalope del ‘furor operandi’ a ‘far terra bruciata’ attorno al terrorismo anestetico della medio%critas. differente area semantica, differente area genetica di sur-connotazione, ridefinizione del verbo, del verbo materiato dai supporti propositivi. testo e supporto sono propaggini reciproche, dialettico-metabolico-indivisibile quid. è da qui che un materiale apre il suo dialogos coi testi, che un supporto preciso precisamente li contest(u)a, colloca il suo colloquio nella proposizione et vice versa, che il cosmico del chiamo rifiuta il “proprio” addebito di generosa povertà (generico non è ancora genetico, ma chiasmico è già subito poetico). il tenore semantico del verbo non saprà mai dove esattamente collocare (colloquiare) le affinità oppositive dei suoi vettori se non nei residui filo(fortda) genetici cui la stratigrafia elementale dei supporti dispone. da dove parla il supporto e dove se non da tutti e nei ‘pre’ delle presenze canoniche dell’espressione?. è un momento particolare è il momento dei materiali. quando sono ridiscussi nella microretorica della ricerca intraverbale (extra per miss ermete) e dall’ordito simbiotico della ‘scrittura’ cadono tutte le approssimazioni appaltatrici delle “modisterie di ventura”£, sorge un nuovo mondo, universo parallelo, parallelo alle ambizioni del ns caro vecchio lignaggio (errata corrige: vecchio linguaggio), nostre finora attraverso di lui.
5 materiale mortifero un loquace necrofilo supporto parabolico del babilonico boomerangst dell”orale’, cannibalico, ecolaliaco. ha una bellezza, tuttavia, simile all’incubazione degl’incubi nel narrato (fucine di archetipi, storia di storie), nostra anche in questo funesta, gialla di un geallo, opus terrifico per terrifica sfida: es come sé per convesso uni-verso, bino, mondano, sociale e quotidiano: ‘viola del pensiero’ è un florilegio anatomico (apologo cervicale), dicotomia simbolica della parola nel cranio c/o – Premiata Macelleria del Socius -, ostensorio anacenotico color testamentale, viola-proposizione: H20 casa dolce casa, conforto dannato del pleroma analettico, ri pe te re la dif fe ren za ri pe te re la dif fi den za, ri appetizione di lady efferenza, sigmunda la geomantica violamammola dei rocchetti, sacer del docere e caput sacrificandi, ‘ghen’: parole doppiamente scartate raddoppiano l’attenzione, la carta coartata dalla sindone gutemberghiana coarta la sfida e la tenzone nella tensione, testi della materia per materia testimoniale, res & res, res rei, ‘extensa’, cogitans, testi della nascita, di riflessione e della crescita, nascita gHenetica, le ‘H’ di tarahumara, riviviscenza di agone, antagonismo thanatico erotizza dioniso, le adenoidi alfabetiche di eros-capripede canteranno in res (extensa) il madrigale geroglifico della fine del mondo: – extensione di pùlsar prima dell’inizio – / andante khoràle con brio.
6 lasciamo dunque che la ‘cosa cogitante’ del supporto fino a ieri confrontato in prospettive categoriali liberi oggi il suo ektoplasma archetipo, affrontiamolo alle proposizioni e alle combinazioni che suscita la sua costellazione storica, genealogica, funzionale, estesica,che siano le sue definizioni a ridefinire i contorni del senso, dei testi, dei nomi, della ‘parole’, che si riveli realmente pro-posizionale, rimetta finalmente il verbo ‘in situazione’, ne sia la sua trascendenza muliebre, il ‘tomo della’ concordia dopo le pomiciate degli adamisti sperimentali. non è per il fatto di essere ‘povero’ che il (materiale di) supporto catalizza i significati (testuali). non è per il fatto di essere ‘altro’ che ne contiene le usure. è il fatto che le nozioni concluse nei suoi connotati fattuali consentono una osmosi genetica che guarda espressamente (al)le parole come cose & (al)le cose come parole (la ‘parole’ come cosa è la cosa della ‘parole’).
(testo pubblicato su “Ghen Liguria” n. 1, giugno 1981)
“Ghen Liguria” o “Ghen res extensa ligu”, edizione genovese, diretta da Mignani, della rivista del Movimento di Arte Genetica fondato a Lecce nel 1976 da Francesco Saverio Dòdaro.
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