Il movimento dei segni nei percorsi di Pignotti e Sapienza
by Francesco Aprile

 

Lamberto Pignotti-Lucia Sapienza, Segni in corsa, Campanotto Editore, 2023

 

 

I segni sono in movimento, non solo perché questo lavoro, firmato Lamberto Pignotti e Lucia Sapienza, ha per titolo “Segni in corsa”, ma sono proprio il moto percettivo e l’incedere per le strade a farsi motivo centrale di questo progetto. Da un lato le immagini di Lucia Sapienza raccontano e raccolgono il tessuto urbano, dall’altro i frammenti testuali di Pignotti smembrano la memoria delle sue corrispondenze, delle operazioni di mail art ecc., e riformulano un tessuto, insieme alle immagini, dinamico, interattivo. Innanzitutto, le due pratiche interagiscono, dialogano, compongono, in sostanza costruiscono la dimensione definitiva di queste immagini fornendo tasselli, crepe, indagini non lineari.

Il lavoro di costruzione delle opere, allora, è sintomo di una congiunzione, di un discorso che ha nel percorso, bidirezionale, il senso proprio dell’operazione: da un lato le immagini di Lucia Sapienza ci appaiono come scatti in movimento, dettati dall’attraversamento delle strade, dalla percezione di qualcosa, di qualche elemento che finisce per attirare l’attenzione, dall’altro, invece, i frammenti testuali di Lamberto Pignotti, smembrando la memoria e ricomponendola, presuppongono un doppio lavoro, uno di scavo, di ricerca sulla propria memoria, sul proprio archivio, l’altro di ricomposizione dei materiali, dei codici, in modalità nuove rispetto alla condizione di partenza. Lucia Sapienza ci porta sul territorio della percezione, che si distingue dal pensiero per un carattere sensibile che incrocia la presenza concreta di qualcosa. Siamo, allora, nel territorio husserliano di una intuizione donatrice e originaria che si dà come fonte di diritto per la conoscenza, non propriamente, però, riducibile alla mera sensazione (c’è l’apertura all’esteriorità). Gli oggetti di Lucia Sapienza, gli scorci, i momenti di passaggio, non sono oggetti nitidi, come il feticismo contemporaneo impone, al contrario si danno per adombramenti: la cosa ha come sua peculiarità quella di trascendere il soggetto. L’esteriorità della realtà, rispetto alla coscienza, offre il soggetto alla trascendenza, è una apertura. In questo modo, la percezione, nei termini di una conciliazione fra immanenza ed esteriorità, ha nel soggetto percipiente il luogo privilegiato dell’azione, dall’altro, il lavoro di Lamberto Pignotti mette in moto l’altra faccia della medaglia del lavoro di Lucia Sapienza; del percepire, in questi segni in corsa, ritroviamo la natura doppia, duplice: l’esteriorità e il lavoro in me, in questo caso, il secondo, ci appare rappresentato dallo scavo e dalla manipolazione dei codici testuali di Pignotti che scava se stesso nella misura in cui rimescola, riformula e ricostruisce il suo archivio, determinando, con una produzione altra, una connessione nuova e straniante degli oggetti di Sapienza, estrapolati dal loro contesto originario, con un mondo altrettanto di passaggio, in corsa anch’esso, fatto di frammenti rapidi, a volte desemantizzati, che producono improvvise aperture di senso.

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