A proposito di Asemic Writing
Dichiarazione dei poeti Adriano Accattino e Kiki Franceschi
Ivrea 24 marzo 2018
Molti poeti e filosofi sostengono un’importante ricerca poetica, denominata Asemic Writing, che valuta la qualità della parola, del segno e del suono oltre il senso, esaltando la magia del segno grafico e di un’espressione artistica inconsueta che si apre verso nuovi luoghi e spazi della mente poco frequentati ad esplorare il vasto territorio al di là e al di qua della parola.
La pratica dell ’Asemic Writing è esercizio di libertà in quanto ricrea una lingua poetica che supera i limiti delle lingue e delle sintassi, i confini linguistici e le infedeltà inevitabili della traduzione da lingua ad altra lingua-
L’azione asemantica opera nei vari campi della creatività con effetti liberatori, talvolta distruttivi; si aggira nelle zone profonde della psiche, aprendo alla luce le grotte del buio, vincendo il silenzio, il vuoto, il nulla. La rinuncia e le distorsioni del senso, procedendo verso l’originarietà e l’originalità, aiutano a inoltrarsi nelle zone inesplorate e incontaminate del linguaggio e ci riportano al punto misterioso dove sono assegnati i sensi e i significati. Essa predica una specie di povertà francescana alla quale ci consegna facendoci scegliere concettualmente l’essenziale e stimolando la riflessione sul percorso già battuto da altri poeti lungo il dispiegarsi della storia letteraria. Ci stimola quindi ad una riappropriazione dei modi espressivi, delle invenzioni e del libero dispiegarsi della poesia . Anche oggi, e soprattutto oggi, i poeti vogliono superare il linguaggio, non ne accettano gli errori, le improprietà, i limiti espressivi e molto altro a costo di ricominciare da capo, alla ricerca di una nuova lingua davvero poetica. Occorrono esperienze e libere indagini intorno alla parola, che già fu rotta e atomizzata da Baudelaire e Rimbaud, soppesare il titolo, il comportamento, il suono, il ritmo.
Ecco perché, pur apprezzando e facendo tesoro dell’Asemic Theory, raccomandiamo agli autori di non accontentarsi della semplice spoliazione e annullamento della parola, di rifuggire dai modelli e stilemi ma di ri-esplorare e reinventare il senso e il suono della parola che è comunque ricchezza dell’umanità.
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