Programma per una complicazione cronica dell’esistente
Episodio 3 – Il teatro virale
by Antonio Francesco Perozzi
Prologo.
Continenti: l’esercizio della vita nei continenti tende a ovest. Si può tradurre: lo scambio produzione-consumo sostituisce l’anacronistico giorno-notte; il non-luogo della virtualità è più spazioso e comodo del luogo dell’invecchiamento e delle unghie lunghe; essere se stessi è un intralcio risolvibile con l’essere un account; la parola non è uno strumento segnico ma una sfera di influenza multiplanare.
Scena.
Duemilaventi: l’esercizio della morte proviene da est. Malattia eliodromica: una materia virale infetta un sistema virtuale. L’accadimento non può essere un fatto conchiuso, ma un centro di gravità che deforma lo spazio-tempo della parola.
Cittadini cioè: elaboratori della proto-notizia.
Giornalisti cioè: elaboratori della notizia.
Notizie cioè: elaboratori delle coscienze.
Coscienze cioè: elaboratori degli acquisti.
Acquisti cioè: elaboratori dei giornalisti.
In siffatto sistema (che chiameremo ora Grande Happening), immaginarsi l’inoculazione della salvezza nei popoli: l’approvvigionamento dei beni diviene performance dell’acquisto; l’istruzione diviene performance della spettralità; la vita diviene performance delle tachipirine.
Sostengono: la colpa è di chi esce; la colpa è di chi sta in casa; la colpa è dei governi; la colpa è dei giornalisti; la colpa è dei cinesi; la colpa è nostra, razza da spazzare; la colpa è di Bill Gates; la colpa è di Bugo.
Nel Grande Happening contemporaneamente: il virus uccide e il vaccino salva; il vaccino uccide e il virus salva; i giornalisti hanno ragione (che possono fare se non informare?); i lettori hanno ragione (che possono fare se non disobbedire?); i governi hanno ragione (che possono fare se non governare?); il virus ha ragione (che cosa può fare se non infettare?); il vaccino ha ragione (che cosa può fare se non iniettare?); AstraZeneca ha ragione (che cosa può fare se non testare?); gli uomini hanno ragione (che cosa possono fare se non vivere?).
Sono tutte notizie riportate dai media con puntualità ed etica professionale.
Epilogo.
Hanno tutti ragione. Il Grande Happening ha trasformato finalmente la realtà occidentale nel suo avatar supremo: il teatro virale. Ora tutto è teatro e non può che essere teatro: realtà e contemporaneamente finzione, l’uscita dal binomio tra realtà e finzione. Giustamente, a questo punto, conviene tenere i teatri reali chiusi (corrente, riscaldamento, pulizia: dispendioso).
L’attendibilità è del resto un paradigma novecentesco. La ricerca dei responsabili è addirittura medievale, e perciò del tutto superflua: gli individui sono infatti ora dissolti in una monade teatrale che chiameremo il Meme. Vivremo all’ombra della distorsione parodica di noi stessi.
In via precauzionale, nei secoli dei secoli.
Amemen.
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