La poesia visiva di Elena Marini e un testo di Sarenco
by Elena Marini, Sarenco

 

La ‘poesia visiva in progress’ di Elena Marini ha come suo pregio fondamentale la sintesi e l’essenzialità. Non è narrativa ma cinematografica: non per niente i suoi collages sono degli ‘SPOT’. Ogni suo lavoro è un fotogramma di un film in continua costruzione: un film che non avrà mai una fine, un film che ha la stessa lunghezza temporale della vita dell’autrice. Le immagini (trovate e recuperate) sono decisamente autoreferenziali come la secchezza dei testi che le accompagnano o le integrano: non c’è una virgola in più, non c’è una parola in più di quanto è necessario che ci sia. Opere secche, taglienti, che non ammettono ripensamenti. I collages della Marini provano che la ‘poesia visiva’ non è ancora morta e defunta, come spesso dicono i corvi dell’arte, quelli sempre pronti ad inneggiare a qualsiasi ‘connerie’ nuovista che appare a cicli temporali quinquennali sulle pagine patinate delle riviste d’arte alla moda. La poesia resiste e non si fa cancellare: cadranno le mura di Tebe ma rimarranno ‘ad aeternum’ le opere di quei poeti che non si saranno fatti integrare dalle mode effimere del mercato. (Sarenco)

Elena Marini

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