Tassonomia delle rovine asemiche
by Marco Garophalo

 

Cosa tiene insieme le lettere? Forse i fonemi, forse il lessico, per semplificare è il desiderio di comunicare che ci fa inventare delle strutture organizzate fatte di suoni, simboli e segni.

Se, come diceva Voltaire, la scrittura è il dipinto della voce, occorre isolare le pennellate del dipinto prima che diventino lettere, prima che diventino suono e voce e soprattutto prima che diventino senso. Occorre isolare i frammenti della scrittura e arrivare visivamente dritti alla poesia nel solco della neo-avanguardia novecentesca.

Per farlo è quindi necessario distruggere le lettere e ridurle in frammenti, attuando ciò che Alfred Jarry, annunciatore della ‘Patafisica, la Scienza delle soluzioni immaginarie, scrisse nel suo Ubu incatenato (1900): “… Non avremo demolito tutto se non de­moliamo anche le rovine!…”.

Ora io non posso di certo distruggere delle rovine, verrei arrestato seduta stante in questo Paese che dei ruderi ne fa templi, simboli metafisici di caducità dall’equilibrio precario come i capricci vedutisti, affetto da una patologia del passato, sindrome ipertimesica autoinflitta, al mero scopo di monetizzare ciò che non c’è più, nell’eterno ricordo nostalgico di un tempo irrecuperabile nel presente.

Però posso demolire la parola rovine. Posso farne frammenti, posso cercare di scoprire  cosa tiene insieme le schegge delle lettere in tutte le lingue del mondo, frantumi di segni, particelle di senso, detriti semantici, reliquie di lettere che non voglio conservare ma piuttosto evidenziare come morfemi di un nuovo linguaggio casuale: un alfabeto del riuso, da utilizzare per scrivere slogan astratti di incitamento al nuovo, con il solo desiderio di elevazione dell’inutile come gesto vivifico necessario alla sopravvivenza, almeno la mia.

Rifondare l’estetica del linguaggio, insomma, attraverso una rêverie fondata sulla ricerca dell’archetipo e del suo capriccio, seguire una poetica del frammento casuale e indeterminata, contrapposta all’ordine costituito e poi azzerare e distruggere ancora ciò che ne nasce dando nuova forma alle parole trasformandole da utili architetture a inutili rovine, o viceversa. Senza memoria alcuna verso una totale amnesia asemica.

tassonomia delle Rovine cm 50×70 con passpartout 5 cm

 

alfabeto senza Rovine cm 50×70

 

ROVINE cm 20×30