I miei primi giorni Verse.
by Francesco Cane Barca

 

Anno 2035.

Giorno ventuno di agosto.

 

 

 

è un agosto che ricorderò. Uno dei fortunati, dei primissimi, a sperimentare l’installazione del neonato Verse, un microchip fluido, una semplice goccia nell’occhio sinistro, pensavo avrebbe fatto male, invece è stato come mettere del collirio ad alleviare un bruciore. E il mondo diventa il mio, e mentre tornavo a casa era già apparsa la scritta ‘installazione’, poi ‘pronto’. E’ un inizio. Qualcosa di rivoluzionario, di cui sarò, sono protagonista.

hanno detto di tornare a casa, mangiare quel che mi hanno detto (banane, noci, arancia, e un loro intruglio, il DrinkX), è necessario per attivare nel modo corretto il Verse, per ‘far aderire il chip’, ma non ho resisto, mi sono fermato nei pressi del lago #### e ho acceso. Non mi sorprende il risultato.

 

quando sarà funzionante, potrò colorare l’acqua, il cielo, metterci uccelli, fare nuvole, infinite cose, a seconda dell’abbonamento che sceglierò.

a casa, sulle colline di #### ho provato due volte a inquadrare casa, Catalina ora ti convincerò che la nostra casa sarebbe meglio in blu.

Come vuoi, ma ti hanno detto di aspettare per attivarlo, se ti friggi l’occhio non ti rimborsano.

ha ragione, lo so, difatti su due tentativi il risultato è pessimo, il secondo di due è andato un poco meglio. Penso comunque abbia un valore aver registrato queste immagini, peccato per i colori, quelli hanno detto che verranno dopo.

una delle cose che potrò fare sarà modificare la mia immagine allo specchio, per togliere i dubbi su un abito (connessi al VerseMarket dei negozi le prove saranno semplicissime), ma al primo tentativo di specchiarmi sono venuto fuori come se fossi l’essere rotto di un mondo digitale. Non sono andato nel panico, è normale, normale balbettare prima di iniziare a parlare.

quando ho provato a fissare il mio occhio, avvicinando alla mia immagine dispersa in pixel e non so cos’altro, mi sono spaventato. Ma so essere normale, iniziale.

Quante possibilità, il mondo che diventa il mio mondo, ma quale noia, gli utilizzi didattici, quelli relazionali, perché no… quelli sessuali, e il lavoro, certo, il lavoro!

 

quando saremo connessi al Verse delle altre persone, se loro avranno dato il consenso, potrò vederle nude, anche modificarne i corpi, quelle immagini non potranno essere riprodotte, ora, ora che io sono un test invece posso farlo, ho pieno accesso, ma al lago, quando ci siamo fermati, ho provato a fissare due ragazzi, a immortalarmi e denudarli, erano davvero molto carini, peccato che l’installazione non fosse completa.

 

e mentre divoravo noci e intrugli, che non mi avevano detto essere fluorescente il DrinkX, mentre bevevo e mangiavo quel che mi hanno detto, entusiasta, non afflitto per i fallimentare primi tentativi, ho provato a scrivere qualcosa sul niente davanti a me, qualcosa, un primo pensiero, come il primo uomo sulla luna, come agli albori di un nuovo mondo, ma anche qui le cose non sono andate benissimo.

 

 

e mi rassegno ad aspettare domani, spengo tutto, e Catalina mi dice: Era ora, andiamo al cinema, al ristorante, ti hanno pagato bene no?

Si, vero, non è tardi? Troveremo posto?

Certo, non ci va mai nessuno al cinema, nemmeno a mangiare fuori, sono tutte in casa le persone, lo sai.