Moio o dell’irrefrenabile poiesi*
by Carlo Bugli

*testo che introduce il catalogo della mostra Kaos. Poesie visive 2000-2023, di Giorgio Moio, Edizioni Frequenze Poetiche, giugno 2023

(In un genere consolidato come è la poesia visiva, sarebbe facile esercizio limitarsi a riscontrare nella produ- zione di un autore la presenza di quei topoi, quelle ricorrenze inevitabili e quasi formulari, che insistono all’inter- no di una tradizione poetica sessantennale.

È senz’altro più utile indirizzare la ricerca a quegli elementi che all’interno di un discorso comune, caratte- rizzano una produzione autoriale e ne costituiscono, per così dire, il suo specifico. Ed il caso del Nostro, dotato di connotati poetici senz’altro singolari, si presta efficacemente a questo compito)

Nota dominante in un buon numero delle opere dell’antologia in mostra, sembra essere la densità espressiva, conseguita attraverso il dispiegamento di un arsenale polisemico, che riflette l’intera e varia esperienza poetica dell’autore. L’immagine iconica, è come messa in assedio da ordini di scrittura di varia provenienza, non manca l’amanuense, l’autocitazione da testi puramente verbali, (riconoscibile dalle note particolarità ortografiche del poeta), scritture disposte in varia formazione, orizzontale, verticale, a onda, circolare o ellittica, il segno pittorico e l’elemento tipografico.

Vale la pena rammentare che in un recente libro Testo al fronte, l’autore lascia beatamente convivere poesia lineare e visuale in un unico insieme operativo. È evidente che i confini noti della poesia esistono, per Moio, solo per essere violati.

Kaos è il titolo scelto dall’autore per questa esposizione, e in questo caos poietico , si può leggere, credo, la cifra della dimensione politica della poesia di Moio, che, raramente dichiarata expressis verbis in questa produzio- ne visuale, risiederebbe proprio nell’irrefrenabile volontà sperimentale, un segno ultimo, come estrema difesa di fronte ad un sistema rispetto al quale, storicamente, la poesia visiva si è sempre posta in termini risolutamente antagonisti. Un avvolgersi su sé stessa della scrittura ed implodere, per poi esplodere ancora, che sta per un rifiuto irrimediabile dell’esistente.

Lo stesso volto affascinante di donna, che ricorre con insistenza in queste tavole, vuole rivelare come per antifrasi, la negatività di un universo in cui si impone il facile inganno di una bellezza vuota, assieme alla quale viene contrabbandato ben altro.