Sarenco: An Anthology, RedFox Press, 2015
by Francesco Aprile

Sarenco, An Anthology, RedFox Press, Dugort, Irlanda, febbraio 2015

dada-sarenco

Sarenco, storico operatore dei linguaggi di ricerca, nasce a Vobarno (Brescia) nel 1945, intorno al 1963 si avvicina alle ricerche verbo-visive, e stringe i primi contatti con il Gruppo 70. Parallelamente alla personale ricerca verbo-visiva, imbevuta di ironia ribelle e valenza politica, sociale, l’operatività di Sarenco si attesta anche, ed in maniera forte e quasi inscindibile dalla pratica autorale, nella creazione e direzione di riviste che contribuiscono in maniera determinante alla cementificazione di un network internazionale propriamente detto della poesia verbo-visiva. Fra la riviste: Amodulo (1968), Lotta Poetica (1971, con Paul De Vree), ma anche case editrici come Edizioni Amodulo (1969), SAR.MIC (1972, con Eugenio Miccini), Factotum Art (1977). Molto attivo, inoltre, nell’ambito curatoriale, fra le varie iniziative, ad esempio, la mostra Poesia totale. 1897-1997: Dal Colpo di Dadi alla Poesia Visuale, nel 1998 a Mantova.

IMG_20150320_152653Nel mese di febbraio 2015 esce per le edizioni RedFox Press, Dugort (Irlanda), un volumetto, intitolato An Anthology, formato A6, nella collana C’est mon dada, che raccoglie una serie di opere significative del percorso autorale di Sarenco. Fin dalle prime pagine si ha l’impressione di trovarsi davanti ad una moltitudine di opere che della contraddizione e della demistificazione attraverso ironia, sberleffo, affronto, sanno fare humus denso e pratico, volto ad un approccio che tende a cortocircuitare i codici dell’uso comune per ribaltarli in un afflato semantico che riverbera la rivolta costante e necessaria alla vita. Poesia, in fondo, si ravvisa nell’opera di Sarenco, è il centro della vita, quello strumento attraverso il quale l’autore innesta le istanze critiche della rivolta, della messa in discussione dei linguaggi che è messa in crisi del quotidiano, e avanti popolo alla riscossa diventa modus di una presa di coscienza volta a smascherare una riscossa che nella realtà vissuta, quotidiana, si mostra soprattutto come conformismo più che ribellione, conformismo perpetrato dall’ideologia religiosa, della quale l’autore si fa gioco, evidenziando come la riscossa, svuotata da ogni valenza di reale partecipazione al sociale, si sia perpetrata come adunata indexcieca alla sottomissione. Poesia, è ancora quell’elemento che pervade il mondo, consentendone al poeta la lettura, consentendo all’opera di Sarenco di instaurare un dialogo fitto con i meccanismi della realtà sociale, evidenziando il carattere critico del linguaggio quando l’insorgere di una licenza poetica chiama a sé sullo spazio dell’opera la necessità di una armonia che restituisca al mondo sociale anche i contrasti, alla maniera in cui ad esempio Tzara – in modo dissacrante, volutamente ambiguo e capace di costante messa in discussione – dichiarava il suo “rispetto” per tutte le convenzioni perché la distruzione di queste non farebbe altro che crearne delle nuove, preferendo la continua messa in dubbio. Non è il capovolgimento, ma la rivolta costante, dunque lontano dal volersi mutare in convenzione, è la perfettibilità dell’esistenza che nella meraviglia poetica affolla l’opera di Sarenco. Tutto ciò è fonte di dinamismo, quel dinamismo che tiene insieme le molteplici manifestazioni artistiche e culturali di Sarenco, laddove nella poesia verbo-visiva instilla dubbio e mette in crisi, contraddice e affronta e rivolta.

Avanti-popolo----Sarenco

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