“In Dialogue with Dick HIGGINS” / Poesia visiva: una piccola guida
by Demostene Agrafiotis
In 1995, Dick Higgins was invited by Luigi Bonotto in Molvena/Bassano di Grappa/Veneto/Italia. During his stay, he proposed a scheme for a possible “definition” of Visual Poetry (Fig.1) in the book of Dencker (Fig.2). In 1990, Luigi Bonotto asked me to comment and to complete the proposal of Dick Higgins. So, I have elaborated on a new version (Fig.3 – my new elements in hand writing)/(Fig.4 Hybrid version of D.H-D.A). Also, I used the Italian version of my text (originally in Greek) on Visual Poetry: “a small organon on visual poetry” (below).
Demostene Agrafiotis
Poesia Visiva: Una piccola guida
A. Indizi introduttivi
1. Parole, espressioni, combinazioni linguistiche emergono all’orizzonte sociale per descrivere una situazione, un progetto (projet-project), un gruppo, una mossa in un settore della vita socio-culturale (nell’ arte per esempio). Di solito questi complessi linguistici si propongono in modi diversi e hanno un percorso particolare. Alcuni diventano molto noti, alcuni rimangono solamente « vivi », mentre la maggior parte si perdono nella macchina del tempo. Tutte queste espressioni hanno lo scopo di evidenziare la dimensione più critica di un fenomeno, un evento o una situazione con la portata massima di comunicazione e di economia retorica. Ad esempio « società dello spettacolo », « artisti selvatici », « poeti della sconfitta », « la generazione degli anni 30 o 70 », « avanguardia rivoluzionaria », « arte sperimentale ». In questo senso, è necessario formulare alcune domande sul quanto certe espressioni « rivelano » o « nascondono » le cose, « ombreggiano » o « illuminano » le situazioni.
2. Due o tre decenni fa, l’uso del termine « modernista » (modern) o del termine « contemporaneo » (contemporary) nel quadro della società greca, causava più confusione e quesiti che comprensione. Oggi molti ricercatori, giornalisti, critici e pensatori usano il termine « modernità » evitando in questo modo di usare espressioni come «capitalismo» o «mondo occidentale». Ad esempio: anche i marxisti, sedicenti, puristi e analisti, hanno adottato questa terminologia abbastanza neutra in una prospettiva storica. E quindi importante dare informazioni o chiarimenti circa il contenuto di termini come «modernità» per evitare la confusione giornalistica, fra le altre sul « postmoderno ».
3. In molti settori della vita sociale greca (come l’arte, la scienza, la filosofia, la moda), i modelli di procedure e di termini molto spesso sono importati – prova della capacità dei greci moderni di assimilare le varie forme di innovazione. L’introduzione qui sopra può essere fatta in modo sistematico o in un modo superficiale, casuale e imprevedibile : per questo motivo non è possibile evitare malintesi, incomprensioni e distorsioni. Per esempio, i termini sono tradotti in un modo cosi particolare che alla fine creano confusione, come è il caso con « surrealismo », in greco « yperealismos » , e « iperrealismo » che deve essere tradotto con « yperparastatikotita» per evitare errori grossolani.
B. Nell’ arcipelago delle parole e delle immagini
4. Nella scelta di un approccio non-storico (ad esempio senza riferimento all’antica Grecia, a Simias Rhodius o all’inizio del movimento Dada), evitando il cambiamento della base socio-culturale (ad esempio la rivendicazione della tradizione cinese, o l’esperienza delle società cacciatori-raccoglitori), prendendo come prospettiva storica le società industriali, i paesi tecnologicamente avanzati degli ultimi 50 anni, la domanda che viene formulata è la seguente: quali sono le avventure, gli esperimenti, le prove, le azioni relative all’ accoppiamento di parole e immagini, di lettere e figure, di processi e risultati.
5. Dick Higgins ha proposto la classificazione seguente:
Poesia concreta (Concrete Poetry)
Poesia visiva (Poesia Visiva – contesto italiano)
(Visual Poetry – contesto anglosassone)
Romanzi visuali (Visual Novels)
Poesia oggetti (Object Poems)
Poesia sonora (Sound Poetry)
Arte postale (Mail Art)
Fluxus (oggetti, film, performance) (Fluxus objects, cinema and performance)
Arte concettuale (Conceptual Art)
Musica azione (Action Music)
Musica oggetto (Object Music)
Notazione musicale (Graphic Music Notations)
Eventi improvvisazione (Happenings)
Prestazioni (Performance Art)
Danza teatro (Dance Theatre)
Arte scienza (Science Art)
Arte mediana (Intermedia Art)
6. Questa tipologia può essere accettata o rifiutata, ma riflette in modo abbastanza semplice una serie di iniziative intraprese in uno scambio internazionale di idee e proposte per mezzo secolo. Il punto principale della tipologia di cui sopra si riferisce al fatto che Dick Higgins (1938-98) ha vissuto, lui stesso, come uno dei protagonisti chiave delle vicissitudini degli ultimi 40 anni. In realtà è morto nel corso di un colloquio «Art Action» («Arte Azione»), che aveva lo scopo di esaminare criticamente le correnti che sono menzionate nella sua tipologia (Art Action, 1958-1998, Rencontre Internationale et Colloque Interactif. Ed. Richard Martel. Interéditeur Editions Intervention, 2001, Québec, Canada).
7. Philippe Castellín nel suo libro: « DOC (K) S Mode d ‘emploi » (Al Dante, 2002) basato sulla sua tesi sulla storia della rivista « DOC (K) S », che gestisce e controlla Julien Blaine e gli Akenaton, suggerisce le seguenti tipologie : Concreta, Visuale, Poesia Sonora. Azione, Video, Informatica, Internet (Concrète, Visuelle, Poésie Sonore. Actione, Vidéo, Informatique, Web). Indubbiamente questa tipologia riguarda il percorso specifico della rivista, che comunque ha tenuto un ruolo importante perché era aperta ai contributi provenienti da tutto il mondo, e fu una risposta forte al introverso e logocentrico parisianismo della letteratura del 1969-70 (per esempio il giornale « Tel Quel »). In relazione alla tipologia di Higgins, la seconda tipologia si apre alla produzione artistica degli ultimi 20 anni che si basa sulle nuove tecnologie.
8. Sulla base delle due tipologie, con una definizione minima del modernismo, « superare le definizioni tradizionali della pratica artistica (aldilà dei generi) », tenendo conto della priorità della domanda « che può essere l’arte ; oppure quali sono i suoi limiti? » e accettando il presupposto che la poesia non si limita alla poesia « classica » lineare, propongo la seguente tipologia:
Arte mediana
Arte postale
Poesia concreta
Poesia visiva
Romanzi visuali
Libri d’artista
Poesia sonora
Poesia oggetti
Arte digitale
Arte concettuale
Fluxus (oggetti, film, performance)
Azione musicale
Musica oggetto
Computer
Improvvisazione
Prestazioni
Notazione musicale
Video
Internet
Scienza arte
Danza
Arte del corpo
C. Rintracciamento
9. In nessun paese, regione, o continente si possono trovare tutti gli elementi della tipologia precedente, nè le stesse denominazioni, nè lo stesso percorso storico dei dati, nè la stessa regolarizzazione socio-culturale. Diamo alcune indicazioni sulla capacità di analisi della tipologia ma anche dei suoi limiti.
(i). La tradizione di Marinetti e del movimento Dada è molto debole in Grecia a differenza del surrealismo che ha una sua presenza, anche se il nostro paese non ha una tradizione di cristianità cattolica. (Secondo un’ ipotesi di ricerca, il surrealismo ha avuto maggiore risonanza nei paesi cattolici). In altri paesi la tradizione Dada ha creato punti di partenza e certamente delle pratiche e teorie diverse che nel nostro paese. Ad esempio, i rapporti degli artisti con le forze politiche sono radicalmente diversi nel campo europeo (vedi il caso di Marinetti e il caso di Richard Huelsenbeck nel suo libro « En avant dada. » L ‘Histoire du dadaisme, L’Ecart absolu, Les presses du Réel, Dijon, 2000).
(ii). Il termine « poesia visiva » è usato per nominare due correnti che differiscono in modo significativo. La « Poesia Visiva » è un fenomeno italiano, con forti radici semiologiche, che ha come scopo, con l’aiuto di immagini (di pubblicità), di ironizzare e di scalzare la comunicazione di massa. È stata coltivata alla base nella Facoltà di Architettura di Firenze e non nella Scuola di Belle Arti (ad esempio, uno dei protagonisti, E. Miccini, era un professore di comunicazione e di architettura). La « Visual Poetry » si riferisce a diversi paesi (ad esempio Inghilterra, Brasile, Giappone, Germania), a progetti in cui le parole, le parole-forme e le lettere sono utilizzate figurativamente per la produzione di significati imprevisti, con aspetti ironici o di strizzatine d’ occhi. (Spesso si riferiscono anche a sovrapposizioni con la « poesia concreta » (Concrete Poetry) o lo «spazialismo»). Naturalmente entrambe le forme erano in fiore negli anni 60-70. Oggi il termine « poesia visiva » ha piuttosto un carattere storico, in particolare con lo sviluppo delle nuove tecnologie di telecomunicazioni e dell’informatica.
iii). Clemende Padin dall’Uruguay ritiene che la «Mail Art» è stata la forma politicamente la più avanzata nell’ arte. Per i poeti e gli artisti in carcere dell’America Latina la superficie delle buste è diventata un campo in cui l’arte è chiamata a sviluppare creativamente il massimo dei messaggi politici. Nell’emisfero nord del pianeta, l’ « Arte postale » ha creato una comunità di artisti al di fuori del quadro istituzionale stabilito. La grande importanza data all’ « arte postale » è stata un precursore delle pratiche su Internet, cioè della pratica dominante nel 21 ° secolo. Nessun’altra pratica artistica ha mostrato un tale potenziale di anticipazione. Ciò ha portato ad uno studio sistematico, alla registrazione e all’analisi di questo movimento internazionale ma differenziato.
iv). Spesso sono utilizzati i termini «arte sperimentale» – «poesia sperimentale» o «avanguardia». Nella tipologia di Higgins questi termini non sono menzionati. Perciò sono date due spiegazioni diverse. Julien Blaine sostiene che i movimenti artistici durano 2-3 secoli; quindi siamo nel mezzo dell’ avanguardia e della sperimentazione. L’altro punto di vista è quello di Jerome Rothenberg il quale sostiene che la sperimentazione e l’avanguardia sono dei termini storicamente identificati. Oggi non c’ è alcuna necessità di utilizzarli, perchè i poeti e gli artisti hanno il privilegio e la libertà di muoversi in diverse lunghezze e larghezze (spaziali e temporali) della creazione culturale, attraversando continenti e periodi storici.
(v). È ‘storicamente evidente che gli artisti, i poeti attivi in questi luoghi dell’ arte, hanno origini diverse e hanno sviluppato una serie di pratiche diverse. Alcuni sono partiti dalla poesia, altri dalla danza, altri dalla teoria, altri dalla scienza. Non c’è una regola generale per questo settore complesso e complicato di arte e di azione. (John Cage appartiene a questo gruppo di artisti, poeta, musicista, ma anche ricercatore nella scienza della parassitologia).
10. Questa procedura dettagliata ma breve della tipologia delle immagini e delle parole, come si sono intrecciate negli ultimi cinquant’anni, dimostra facilmente che questo modello non è definitivo nè certo, ma è un punto forte di partenza e non il luogo di destinazione finale. Naturalmente rimane aperta la questione fino a che punto il modello è in vigore nel caso della lingua greca, sia in Grecia che a livello internazionale.
D. L’ ineguaglianza della prova
11. Tutte le società, a un certo punto del loro avanzamento culturale, sono confrontate a dilemmi e problemi posti dall’ accoppiamento di parola e di immagine, di significato e di percezione, di codice e di rappresentatività. Le società di oggi e di domani sono spinte in questa situazione di sicuro non solo a causa dell’ arte, ma soprattutto per via delle nuove tecnologie. Questo fenomeno non accade a nome dell’ estetica, ma è legato alla moltitudine d’ informazioni, alla frammentazione della conoscenza e all’emergere di tutte le forme di incertezza. In questo senso, l’arte che si concentra sull’ intrecciamento di parole e di immagini ha la «missione» (estenuante) di mettere alla prova uno degli elementi fondamentali della vita collettiva: lo scambio di segni, di parole, di simboli e d’immagini.
Partecipazione alla mostra “Eikono-grafes”
(Iconographs – Visual Poetry)
Hellenic American Union, Atene, ottobre 2003
Questo articolo è stato pubblicato nel catalogo della mostra
“Eikono-grafes” curator : Dr. Manos Stefanidis
Edizione Militos – Atene 2003