Se Dio vuole 
by Alessandra Eramo

https://soundcloud.com/utsanga/sets/alessandra-eramo-se-dio-vuole

Alessandra Eramo: Se Dio Vuole, installazione sonora, 2014

 

L’opera site-specific “Se Dio Vuole” è stata creata per la mostra di Arte Sonora “Correnti Seduttive”

1-4 Marzo 2014, Palazzo Galeota, Taranto

con la partecipazione degli artisti: Wendelin Büchler, Peter Cusack, Alessandra Eramo, Georg Klein, Steffi Weismann.

La residenza e mostra “Correnti Seduttive” è stata realizzata con il sostegno del Goethe Institut di Napoli, IfA e il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Federale di Germania. 

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Spesse corde aggrovigliate coi resti del mare, il rombo di macchinari industriali intervallato dal grido dei gabbiani e registrazioni vocali in dialetto tarantino trasportano lo spettatore nel luogo di nascita della compositrice, artista e cantante  Alessandra Eramo. La sua opera “Se Dio Vuole” è un inno alla bellezza e alla distruzione di Taranto. 

L’installazione sonora “Se Dio vuole” è dedicata al Mar Piccolo di Taranto, ai suoi abitanti e ai pescatori che vi lavorano. È un’opera incentrata sulla necessità di riavvicinarmi a questo luogo di incomparabile bellezza, il punto centrale di Taranto che a causa dei veleni scaricati dall’industria e dalla marina militare è stato derubato della sua antichissima tradizione e destinazione, ovvero la coltura dei frutti di mare. In quest’opera  rivolgo la mia attenzione ai suoni e agli oggetti “trovati” sul Mar Piccolo e alla musicalità del dialetto, affrontando così il mio rapporto con Taranto, la mia città natale.

Ho adottato come elemento visivo un materiale ruvido dalle risonanze arcaiche: a zoc, ovvero le corde di sparto che da oltre 2000 anni vengono utilizzate per l’allevamento dei mitili. Oggetto di grande valore storico e culturale per l’intera regione Jonica, viene qui trasformato in scultura sonora: nel groviglio di corde ho installato quattro piccoli altoparlanti neri che sembrano delle bocche, o delle cozze: da qui si ascolta la composizione vocale “Ofeleia” che ho scritto e interpretato basandomi su una selezione di parole in greco antico che esprimono dolore e speranza. Parole che si mescolano e si fondono con i suoni gutturali tipici del dialetto tarantino.

Due altoparlanti situati agli angoli della stanza diffondono nella stanza il canto “Se Dio Vuole” che ho scritto e interpretato ispirandomi alla musica della settimana santa tarantina, la quale è solitamente interpretata dalla banda e da suonatori di sesso maschile.  Al termine del canto, ha inizio la composizione di field recording “5:30 del mattino. Frastuono dell’ILVA e gabbiani sul molo del Mar Piccolo”.

Nella stanza comunicante sui piedistalli ho installato gli “oggetti trovati” sul Mar Piccolo, piccoli, umili tesori quali una conchiglia, una moneta di un euro, una busta-sorpresa ancora sigillata comprata per un euro alla Festa di Santi Cosma e Damiano.

Alla base del piedistallo sono ammucchiate e sparpagliate 300 strisce di carta con i miei disegni originali, che intendono creare un mare di segni; questi disegni sono una personale trascrizione grafica e gestuali della fonetica tarantina, partiture del suono della mia lingua madre. 

Alessandra Eramo, Taranto, 4 Marzo 2014

 

“Da molti anni faccio lo stesso sogno: mi immergo nel Mar Piccolo, ma l’acqua è nera e mi fa paura. Nella realtà ho capito che dovevo tornare a fare amicizia col Mar Piccolo. Mi sono dunque avvicinata ad esso: lo ascolto, bellissimo, violentato. Osservo i suoi abitanti, i pescatori, i mitilicoltori ai quali ho chiesto di regalarmi a’ zòc, ovvero le corde dove nasce la cozza tarantina. Questo meraviglioso oggetto, quasi sempre nascosto sott’acqua, mi ricorda le mie radici. E le mie radici sanno di melodie di processioni, di gesti lenti, di una lingua greca morta, di una lingua tarantina viva e di una rabbia presente che può essere solo trasformata in poesia. Tutto questo è il materiale che uso per realizzare la mia installazione sonora. 

 

Per chi non lo sapesse: Taranto è la città dove sono nata e cresciuta ed è tra le più inquinate d’Europa, deturpata dalla violenza dell’industrializzazione. Dalla luce unica, luogo meraviglioso che dalla cenere può solo rinascere”

Alessandra Eramo, Taranto, 15 Ottobre 2013