Entroltre
by Bruno Conte
Bruno Conte, Entroltre
Noiose poesie
seppure
insistendo ad aprire una pagina
tra novanta e novantuno
si apre la ovantuno
tradipagina
attraente
oltremente
Hanno un occhio
le onde dell’avvenire
un occhio acuto
a non vedere
Colui che si vede
non rassomigliare a se stesso
si riconosce andare
di spalle
per una via affollata
Notte insonne
nel fondo di ovunque
va covando
uova di buio
Alzandosi dal letto
dopo un pomeridiano incubo estivo
si cerca di leggere
nelle pieghe del lenzuolo intrigato
la scrittura del fatto
una traccia almeno
della ferita del pensiero
Quanto più colui ride
tanto più si fa seria
la sua ombra
finché tra i due
si sprigiona la figura neutra
dall’insorriso di sabbia
Scheletrici giorni
si coglie dal ramo di un ramo
il sunto di un segno
segno meno
Producono frutti
le ore dei giorni
microbe ghiande
minuti a trottole
color tardi
Biancori di alture
cave di gesso
addensate
da gusci d’uovo
volatile fatica di vita
per bianche miniere
Continua nella memoria
un momento vertice di conseguenze
prova del blocco del tempo
emerso anomalo
in una punta del ghiaccio
Si stringono
in un ciottolo grigio
principio e fine
Crede nel suo momento
l’uomo che corre con la lancia
culminante
per una svolta nel mondo
seppure il passato futuro
è già chiuso
uomo con la lancia
formica con la lancia
nel presente
goccia d’ambra
Intorno all’ora unica
siedono nani minuti
è un soprammobile
questa giornata
Annovera il possidente le varie porte
case di città e nel verde
ognuna presente
entrando in un corridoio ombroso
uscendo su pietre muschiose
eppure assenta una porta inesistente
da vuoto a vuoto
In mezzo al tavolo
tra molteplici apparenze
la solitudine sul foglio bianco
di una matita spenta
che trattiene un segno
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