Testi
by Sandra Branca

 

[La Forêt et la lune bleue, 1927]

un muro scuro di tronchi, il cielo è solo
in alto uno spiraglio.

il disco blu della luna, la promessa
che nessuno ha pronunciato.

*

sulle linee di confine le forme si fanno
impercettibili. sulle carte si disegnano
i limiti.

Tudor nella foto grigia ha ventiquattro anni,
fa da guardia alla frontiera. (il Danubio
per la prima volta, lo ricordi che era
notte, quasi non finiva)

(muoverci, ci siamo mossi, da soli, in tanti,
a lungo siamo rimasti in spazi scarsi)

*

nella fototessera di qualche anno dopo,
gli angoli del volto più acuti, gli occhi
neri ti fissano chiedono t’inchiodano.

(la visione aerea della costa,
la mostruosità placata dell’acqua)

fingono di non capire che i figli,
a scuola, hanno bisogno di aiuto,
temono che poi glieli tolgano.

*

la foresta impenetrabile altissima vista
dal basso, il disco blu nella notte finito
oltre il muro. arrampicarsi, provare a prenderlo.

 

 

 

 

 

 

[2022]

crepita la pioggia sul vetro. nella stanza
è buio e vuoto.

da fuori non si vede l’interno, da qui invece
il pavimento è scoperto. la luce, le ombre.
pochi passaggi s’illuminano, scrivono.

what is a river? what is geography?

le voci si riflettono tra le pareti. chi è che parla,
che sconfina, che s’interseca. io, tu, gli altri,
nessuno.

la divisione è spessa, talvolta una lama s’insinua
nel buio, scrive, ed è fallibile.

quale dei mondi è più vero. mi guardo da fuori,
un’ombra che passa.

what is an island? how are they divided?

nel vuoto si entra di rado, nel silenzio
s’intercetta un segnale occasionale;
qui è di nessuno, di ognuno quando è solo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Blu
Gli aghi della roccia ostile, un luogo
che non ti vuole, il sale raggrumato

nelle conche, ghiaccio che non si scioglie,
la separazione acrilica della materia.

Un blu brutale precipita, l’abisso
sotto la punta dei piedi. Deposte le parole,

le macchine dormono nei parcheggi. Il mare
s’infrange e dice che la fine non si vede mai.