Utsanga. Modulazioni granulari
di Francesco Aprile, Cristiano Caggiula, Egidio Marullo

pittura / poesia visiva / scritture asemantiche

24 aprile – 14 maggio 2017
Palazzo Risolo
Specchia, Le

Inaugurazione
24 aprile, ore 20:00

La mostra è visitabile nei giorni venerdì, sabato, domenica; ore 17:00-21:00

Aperture straordinarie nei giorni: 25 aprile; 1 maggio; 13-14 maggio; ore: 11:00-13:00 / 17:00-21:00

Alcuni materiali sulla mostra Modulazioni Granulari

 

“Utsanga. Modulazioni granulari” è una mostra di Francesco Aprile, Cristiano Caggiula, Egidio Marullo e raccoglie opere che spaziano dalla pittura alla poesia visiva, dalle scritture asemantiche alle varie declinazioni del “segno” sia di estrazione poetica, sia pittorica, con particolare accento sull’ibridazione, compromissione e complicazione dei linguaggi contemporanei. Matrice del lavoro dei tre autori è la ricerca di un linguaggio di derivazione mediterranea. La mostra, patrocinata dal comune di Specchia (Le), è ideata e prodotta dalla rivista di critica e linguaggi sperimentali www.utsanga.it, con la collaborazione di nuovaletteratura.wordpress.com e Associazione culturale Amo per Amo.

La mostra, che sarà inaugurata il 24 aprile a Specchia presso Palazzo Risolo alle ore 20:00 e si protrarrà fino al 14 maggio, è presentata in catalogo da Giancarlo Pavanello e Julien Blaine.

Durante l’inaugurazione spazio ad “Aspro”, miniconcerto di Ninfa Giannuzzi, Valerio Daniele e Giorgio Distante.

Altre performance avranno luogo all’interno della mostra nei giorni a seguire e saranno comunicate a breve.

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La Municipalità di Specchia dimostra, ormai da tempo, un’attenzione particolare verso il mondo dell’Arte, non solo locale, ed i suoi protagonisti, rendendosi puntualmente fautrice di momenti di alta condivisione culturale. In questo solco, tracciato negli anni dalle politiche culturali di Specchia, si inserisce il patrocinio che la Municipalità ha concesso alla mostra “Utsanga. Modulazioni granulari” ideata e proposta dalla rivista www.utsanga.it, la quale nasce nel 2014 come trimestrale di critica e linguaggi sperimentali proponendo nel corso del tempo una serie di approfondimenti riguardanti i versanti delle ricerche contemporanee in campo artistico-letterario, indirizzate soprattutto a quelle proposte in cui crollano le barriere fra i diversi linguaggi e l’ibridazione si fa linguaggio comune.

Da questo punto di vista, e attorno agli studi confluiti sulla rivista www.utsanga.it,  il dialogo espositivo, che la mostra “Utsanga. Modulazioni granulari” propone, riguarda un discorso a tre voci per tre differenti poetiche. Da una parte i percorsi artistici di Francesco Aprile ed Egidio Marullo, seppur differenti, partono da una radice comune. Luogo comune dell’approccio è l’idea di un linguaggio del Mediterraneo. I due autori infatti svolgendo insieme ricerche sull’opera del pittore Edoardo De Candia si sono imbattuti in un discorso artistico che nel corso dei secoli ha interessato, in modi e dinamiche differenti, tutta l’area del Mediterraneo. A partire da ciò hanno entrambi avviato un personale percorso artistico volto ad interpretare l’attuale scenario meridiano. Il percorso di Marullo ha portato ad una serie di opere pittoriche intitolate Canti alla macchia, opere realizzate con segni veloci e materici in cui pittura e scrittura si fondono in elementi comuni. La ricerca di Aprile ha invece condotto alla scrittura di un percorso poetico in tre movimenti, i primi due editi e rispettivamente intitolati Dietro le stagioni (iQdB Edizioni, 2015) ed Entropia del fuoco (Eureka Edizioni, 2016), seguiti  da tavole che uniscono poesia verbo-visiva, concreta e scritture asemantiche e interessano l’attuale progetto espositivo tracciando una linea gestuale e verbo-visiva delle poetiche meridiane. Dall’altro lato l’opera di Caggiula in un primo momento apre al Mediterraneo con la raccolta poetica Hekate atto II (Unconventional Press, 2015) e arriva a dialogare con le proposte di Marullo e Aprile attraverso una serie di opere visive, fra scritture asemantiche e poesia verbo-visiva, che nella deformazione del simbolo, non più capace di significare attraverso immaginari comuni, rilegge il Mediterraneo contemporaneo nei suoi simboli a volte anche drammatici e di conflittualità sociale (Xylella ecc). Luogo comune, humus che sostanzia i tre percorsi e tiene le fila della mostra, è lo scenario Mediterraneo che in queste proposte appare completamente riletto all’ombra delle dinamiche contemporanee del mondo artistico.

La mostra è dunque articolata in sequenze, serie di stanze le quali ospitano differenti poetiche che operano nella traccia di un linguaggio mediterraneo. A queste sequenze si giunge partendo da una serie di stanze-fulcro dalle quali la mostra prende il nome di “Modulazioni granulari”, anticipato, nel titolo, dal nome della rivista “Utsanga”, secondo il format espositivo che la stessa ha già avuto modo di sviluppare in altre occasioni. Le sequenze di “Modulazioni granulari” presentano un nutrito numero di opere realizzate a sei mani da Aprile, Caggiula e Marullo nel gennaio 2017. Sono scansioni di movimenti, di gesti, opere performative che fanno del paesaggio parola e della parola segno ritmato, gesto, eco o sedimento di qualcosa, traccia antropica del passaggio sul mondo. Il valore della traccia è qui evidenziato dallo smagrimento nel colore, e sulla carta, dei segni. Il lavoro degli autori è presentato in un catalogo-manifesto edito per l’occasione in tiratura limitata, copie numerate e firmate, stampato nel formato 70×100 e presentato criticamente dal poeta e poeta visivo Giancarlo Pavanello.

I percorsi della mostra:

Sequenza 1Modulazioni granulari, opere realizzate a sei mani da Francesco Aprile, Cristiano Caggiula, Egidio Marullo; qui domina l’intreccio dei generi e delle forme lavorando sulla confluenza di gesti e segni dall’area pittorica (Egidio Marullo) a quella poetico-visiva e asemantica (Francesco Aprile, Cristiano Caggiula).

Sequenza 2: Egidio Marullo, Canti alla macchia, ovvero opere pittoriche che rileggono il Mediterraneo interno, il suo paesaggio nascosto e residuale, lavorando sull’intercambiabilità dei segni; il paesaggio diventa scrittura, la scrittura si fa paesaggio. I segni rapidi sfumano nel colore e si aprono in improvvisi agglomerati materici. Il risvolto delle scritture mostra il controcanto della comunicazione umana odierna: un corpo fisico creatore di gesti, segni, poliglotte incisioni di linguaggi che lotta nelle maglie del distacco dal corpo sempre più accentuate dall’invasività tecnica. Il paesaggio residuale del Mediterraneo, con le sue chiazze di colore, diventa metafora di resistenza.

Sequenza 3: Francesco Aprile, Abbecedari asemantici / Etnografia dei resti. Pagine per un abbecedario asemantico è il progetto che l’autore ha avviato dal settembre 2016 a partire dalle tesi sull’arte e i segni primitivi di B. Buchloh, qui in dialogo con la serie Etnografia dei resti/Scritture sbagliate (2014-2017). Gli abbecedari e l’etnografia oppongono universi distinti, rimanenze, lacerti, frattaglie di linguaggio fra poesia visiva, scritture asemantiche e poetiche segniche, gestuali e, ancora, di derivazione pubblicitaria e massmediale che emergono in quanto resto. I segni del Mediterraneo sono qui resi nei resti di una etnografia dell’abusivismo urbano e del degrado.

Sequenza 4: Cristiano Caggiula, Scritture asemantiche. Le scritture asemantiche di Cristiano Caggiula sono il diario di bordo di un’esistenza e accolgono percorsi plurimi, multipli. Gli studi dell’autore confluiscono nell’opera poetica di estrazione segnica, così l’ermetismo filosofico, il neoplatonismo ecc., intrecciano relazioni poetiche nella coabitazione, all’interno di segno, colore, gesto, materia, di elementi propri della mediterraneità conflittuale dei nostri giorni. La crisi del bacino del Mediterraneo è nell’opera di Caggiula una crisi di segni che si moltiplicano, si stratificano, si addensano e quasi si annullano o lanciano messaggi di protesta.

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