vaneddavanedda, vaddunivadduni / tra / la disputa
by Giampaolo De Pietro
vaneddavanedda, vaddunivadduni
Di notti
Chiddi ca sturìunu
Cosi senza cosi
Sceni di nùvuli
O putticati vulànti
Sinni stonnunu
Di ccà & di ddà
Alleggiu e antrasatta
Di bonu e bonu
Ca comu fu, ta-tàn: [di bbottu, si senti nenti, mancu u’ sgrùsciu]
vaneddavanedda
vaddunivadduni,
fossi ca è na mongoffiera
a puttarini di l’auttra patti
u’ pinseru s’adduma o’ cèlu
di notte/quelli che studiano / cose senza cose/scene di nuvole /o portoni volanti / traslocano / di qua e di là / piano e di nascosto / tutto d’un tratto/così in un ta-tàn: / [d’improvviso, si sente niente, neppure il frastuono /viuzzaviuzza / vallone vallone / sarà forse una mongolfiera / a trasportarci dall’altra parte / il pensiero si avvampa a cielo
tra
Le tracce sono tratti
sono gli alberi, che la città sembra scarti
eppure hanno occhi gatti scorte&scorti a ringraziarli
sono così, anche tracce di superfici alate che si
toccano senza scontro con altre superfici nuvolate
passeggere, tracce, pacifiche disamine
che nessuna delle nostre parole potrebbe;
confonde i voli per le strade con
le parole sacre e quelle addomesticate – questo mondo.
Alberi, tracciate mute strade, tratti di comete
nella benedizione del più antico dei segreti,
qualcuno sta imparando da voi – nonostante tutto – a stare in piedi
ad abitare come cicale il più stretto sole e a verdeggiare il verbo silenzio
:impara come puoi:suona ai loro occhi: tratti, tracce
la disputa
Riguarda lo spazio, cioè
vi passa attraverso.
La danza manca
seppur la danzi per
i troppi mezzi
espressivi sordi comunicativi
impianti di strada e di oggi.
Strumenti a fiato che inarcano
i sentimenti e tazze che sanno
assaporare il senso e i suoni, i versi del largo che ci fa stare bene in una fittissima frase, come esempio.
E giungla non scriversi più,
no, è tolta la elle e: che giunga
il non farsi avanti o tirarsi ritirandosi – in-dietro che ri-t-mi a [rimiri il
passato
ma chi ha detto, chi lo ha mai creduto il ricordo a specchietto, retrovisore di spazio, chi danzerà perché stato
privo di partenza scanso di afflato, chi o anche senza – seduto al tuo posto si arpeggia e trucca l’orbita a idea
il passo cerchiato o il cervo che passa per l’occasione di una delle solite dispute, è un concerto di fiati nascosti ai nostri orecchi, a parole verdi mimetiche – le sole a respirare [ispirandosi al presente amo.
[https://mapsforgettinglost.bandcamp.com/album/lightship]



