Una stazione di un viaggio insieme. Giorgio Moio e Pasquale Della Ragione
by Ugo Piscopo

Giorgio Moio – Pasquale Della Ragione, Dove la terra trema. Due racconti flegrei, Youcanprint, 2015, pp. 50, euro 7,50

Inusuale e provocatorio nei confronti dei pellegrini devoti della letteratura, di una letteratura scandita per icone distinte e separate, è quello che hanno fatto anche questa volta, Giorgio Moio e Pasquale Della Ragione. Ci riferiamo a una simpatica operazione, tutta giocata sull’1-2, cioè sull’uno più uno, che non fa due, ma molti di più, forse una decuria, forse una centuria, non so. Comunque so questo, che i primi teorici dell’uno più uno che non fa due furono un filosofo e un filosofo matematico di alto profilo, Bertrand Russell e Alfred N. Whitehead, che osarono mandare il trattatello con la loro tesi a un grande matematico, il più noto e il più solido di quel tempo. Il quale, scosso dallo scandalo di tali argomentazioni, dichiarò sconfortato che ormai la matematica si era ridotta a mal partito. Ma così non è stato, non è. Nel mondo di oggi, la matematica è in buona salute molto più di prima. E domani lo sarà ancora di più.

Allora, che hanno combinato questi Dioscuri dello sperimentalismo ultimo e supremo, che ha fatto dare ormai piena cittadinanza nella cultura odierna innanzitutto alla verbo-visualità e ha fatto spostare l’attenzione della critica e del gusto sull’asse delle iconologie e delle sinergie interlinguistiche? Si sono presentati in pubblico, per fare una domanda semplice semplice, ma insidiosa, perché certe volte le cose semplici hanno il pepe in corpo e nascondono insidie insospettabili. La domanda è: sapete che, nel villaggio globale che è il mondo di oggi, dai territori minori e minimi di appendice e di integrazione rispetto alla grande città, come quel lembo minimo di tessuto geografico allungato fra Cuma e Bacoli, che sembra un di più, un semplice ornamento per Napoli, a cui esso fa capo, può venire la sorpresa di qualcosa che può essere di riferimento anche per Napoli e non solo per Napoli, dalla Sicilia a Milano e viceversa?

E, a supporto, hanno offerto a campione un loro libro di narrativa, che è un libro e due libri insieme, e un secondo libro, che non è il secondo, ma il primo, se viene prima ciò che rende possibile il porsi in essere degli accadimenti successivi.

Il libro di narrativa (Dove la terra trema due racconti flegrei, Youcanprint, Tricase (LE) 2015, con illustrazione in policromia di un’opera di Enrico Bugli) è un gioiellino, reso ancora più prezioso da un intervento non veloce non domenicale, ma denso di suggestioni, di Giovanni Polara, uno dei più autorevoli studiosi che esistano oggi del mondo antico e, insieme, frequentatore appartato delle ricerche sperimentali nel campo della poesia contemporanea. Entro una comune cornice flegrea, vi sono collocati due racconti fra loro complementari. Il primo, di Pasquale Della Ragione, riguarda una serata fra giovani, che dovrebbe essere eccezionale, ma non è all’altezza delle aspettative, però lascia sospettare sullo sfondo che la delusione stessa può essere suggeritrice di stupore.

(Pino era stato invitato alla festa dei compagni per la notte di capodanno. La festa era in un appartamento affittato da due giovani compagni maturi, avviati verso la trentina. «Sono rimasti un po’ sulle loro idee del ’68» aveva sentito dire su quei due. Però non ricordava di averli visti qualche volta. Eppure giù al tempio scendeva, sedeva regolarmente su una panchina del giardino pubblico attiguo a quel tempio, romano: orgoglio sulle cartoline locali, ove i compagni a sera venivano per stare un po’ insieme e parlare; ma quei due proprio non li ricordava. Ah! ora risentiva la voce che diceva che, ultimamente si erano sposati dopo un lungo periodo di convivenza. Capirai! esclamò silenziosamente in bocca, senza aprirla.
«Vuoi venire anche tu?» chiese Pino a Sandro, il fratello minore che sedeva sulla sedia di fronte alla sua, intorno al tavolo, mentre leggeva.
Intervenne Giò, l’altro fratello: il più piccolo, ch’era appoggiato a mezza schiena sui cassetti laterali dell’arredamento, e con alle spalle la radio.
«Se potessimo andare in qualche posto andremmo a quel veglione del nostro amico, dove ho saputo che ci saranno le ragazze che c’interessano, ma dopo quel ch’è accaduto….», e si fermò.
«Sì, è vero» riprese Sandro, «anch’io andrei là. Però» e gli occhi gli si aprirono maliziosamente «non mi dispiacerebbe nemmeno venire con te, dai compagni. Parteciperei volentieri all’orgia che sicuramente ci sarà», e sorridendo riabbassò il capo sul giornale).

Il secondo, di Giorgio Moio, si affaccia quasi sul poliziesco, ma per farsi una bella risata proprio sul registro del poliziesco e per mettere a disagio il lettore educato ad avere un filo nello svolgimento del racconto e una conclusione soddisfacente la sua curiosità.

(IX – mezz’ora dopo si presenta un ispettore di polizia | invaso dal nostro stupore | appena entra punta lo sguardo su di me | Professor Apicella | sì | devo condurla in commissariato | io | in commissariato | rispondo sorpreso | e per quale motivo | dovrà rilasciare una deposizione | mi scusi | in merito a che cosa | rispondo sempre con la solita sorpresa e un po’ infastidito | in merito alla rapina avvenuta poco fa ai danni del tabaccaio qui vicino | tutti i presenti non sanno cosa pensare | già mi guardano con sospetto | vuol farmi credere che non sa nulla al riguardo | chiede | con altrettanta sorpresa | l’ispettore | direi | certo che non so nulla | non mi sono mosso da questa casa | e come può ben constatare | da qui la tabaccheria non si vede minimamente | può chiedere a Carla se mi sono mosso da questa casa | è vero Carla che non mi sono mosso di qui | Carla | impaurita | non riesce a dire nulla | ma fa un cenno di asserzione col capo | eppure c’è chi ha fatto il suo nome in qualità di testimone oculare | io | testimone oculare | ancora con la solita sorpresa | ma | mi scusi | a che ora sarebbe avvenuta questa rapina | più o meno alle dieci | risponde l’ispettore | E allora vede | io non posso essere il vostro testimone | Io sto qui almeno dalle nove e mezzo | comunque sia | mi segua in commissariato | per favore | per le formalità di rito | e quello che ha da dire lo dirà al commissario | almeno potrei sapere chi ha fatto il mio nome | Cesare | Cesare | sì | Cesare | attualmente si trova in commissariato | ma non preoccupatevi | non è un indiziato | è solo un testimone | ma non si capisce una parola di quel che dice | tra l’altro afferma che stanotte ha sognato che sul Rione Terra ci sarà un forte bradisismo | ha indicato anche il giorno | 2 marzo 1970 | ma è fra cinque giorni il 2 marzo | interrompo | quasi in preda ad un delirio | ha dato in escandescenza | sbraitando infuriato di far sgombrare tutti gli abitanti onde evitare migliaia di vittime | riprende l’ispettore | ma un bradisismo non ha mai provocato vittime come un terremoto | in quanto il suo movimento è abbastanza lento da consentire l’evacuazione delle persone | sottolineo | appunto | è fuori di testa | ha fatto il suo nome ripetutamente | asserendo che lei l’avrebbe capito | ci aiuti a calmarlo | e a sbrogliare sta matassa | altrimenti rischia anche una denuncia per procurato allarme | per il momento è rinchiuso in una delle nostre celle | per via precauzionale | ma soprattutto per la sua incolumità | potrebbe fare un gesto inconsulto | sono gli studi di geologia e sismografia a confonderlo | dico rassegnato | mi sa che la questione della rapina sia un pretesto per parlarmi | la prego | mi segua | va bene | ispettore | finalmente potrò vederlo)

Il secondo libro (Tra impegno e fuga note critiche con carteggi a margine, ibidem 2015) che è idealmente il primo, è un atlante documentatissimo del reticolo del dialogo intrattenuto da Moio dal 1989 in qua con gli sperimentali, in particolare con i verbo-visuali locali e di tutte le regioni d’Italia, spesso di grande rilievo, come Carla Bertola, Franco Cavallo, Stelio M. Martini, William Xerra, Francesco Muzzioli, Domenico Cara, Arrigo Lora-Totino, Giancarlo Pavanello, Lamberto Pignotti, Carlo F. Colucci, Luigi Fontanella, Paolo Ruffilli, Antonio Spagnuolo, Mario Diacono. I documenti allegati, con le note di accompagnamento, puntuali ed esaustive, lasciano intravedere in filigrana una vicenda artisticamente avvincente, che parte dal territorio flegreo e vi torna, anche grazie a una Rivista, “Risvolti”, fondata dai Dioscuri flegrei e diretta da Moio, che è tra le più significative del tempo in Italia, di cui è stata pubblicata di recente una bella, intrigante antologia.

 

Print Friendly, PDF & Email